Pillole di storia (il periodo Arabo-Normanno)
Tracce piu' sicure della presenza degli Arabi si riscontrano in un sito a nord ed appena fuori dell'attuale insediamento urbano, dove si trovano i residui di un castello (probabilmente l'al-Minshar di cui parlano gli storici arabo-normanni). Anche se l'originaria struttura urbanistica (forse a pianta regolare con 4 o 5 torri, le cui basi sono in parte riconoscibili) e' stata modificata nel tempo e si presenta fortemente deteriorata dall'incuria del tempo e dall'opera dell'uomo, le tracce dei camminamenti, alcuni gradini. gli anelli per legare i cavalli scolpiti sulla pietra, le grotte adibite a palmenti, a stalla, a cucina hanno ancora il fascino suggestivo dei ricordi di un passato che, per non essere chiaramente definito da testimonianze e documenti dettagliati e sicuri, lascia ampio spazio alla fantasia e perfino al sogno. Con la caduta degli Arabi e l'avvento dei Normanni il castello e l'insediamento umano che a questo faceva riferimento, subi' un processo di progressiva emarginazione. Con il fenomeno del ripopolamento delle campagne, avviato in Sicilia dalla monarchia spagnola, viene fondato nel 1584 l'attuale centro abitato, che si estende, seguendo uno schema "a griglia", attorno al castello baronale e alla fontana, che sara' detta dei "canali". Nei secoli successivi il piccolo centro rurale crebbe lentamente fino a raggiungere 900 abitanti all'inizio del '700 e oltre il doppio un secolo dopo.
Nel primo censimento del Regno d'Italia nel 1861 a Castrofilippo vennero registrati 2558 abitanti. All'inizio del XX secolo Castrofilippo contava oltre 4.000 abitanti, che diventano oltre 5.000 vent'anni dopo.
Da allora ebbe inizio un progressivo decremento demografico che portò la popolazione a 3.600 abitanti attuali.
Gia' all'inizio del secolo, infatti, le difficoltà economiche derivanti dal forte squilibrio tra le risorse e l'incremento della popolazione innescarono un forte processo migratorio che si intensifico' progressivamente negli anni successivi, attenuato negli anni '70 - 80 in concomitanza con il boom dell'Uva Italia ed è ripreso nell'ultimo decennio in presenza della crisi di questo comparto. I fratelli Ruggero e Roberto d’Altavilla, allora presenti in Calabria, nel 1086, con un potente esercito, scacciarono i saraceni dall’isola. Così i normanni occuparono la Sicilia prendendo il posto degli arabi. Eliminato il potere arabo nell’isola e ricacciato il grosso della sua rappresentanza, in Sicilia permaneva una popolazione mista, formata dalla discendenza delle varie genti che vi erano insediate nei secoli: Sicani, Siculi, Greci, Romani, Barbari, Arabi, e adesso, Normanni. Gli arabi avevano dominato per secoli ed avevano introdotto quindi, oltre ad una loro discendenza, anche i loro usi e costumi, una parte dei quali ancora persiste. Avevano anche lasciato una loro testimonianza culturale, che ancora si palesa in palazzi e in opere che arricchiscono il patrimonio artistico dei musei. Diversi secoli dopo, del castello di al-Minshar non se ne parla più, ritroviamo, invece, il casale di Libigini.
Pillole di storia (il periodo Arabo-Normanno)
Tracce piu' sicure della presenza degli Arabi si riscontrano in un sito a nord ed appena fuori dell'attuale insediamento urbano, dove si trovano i residui di un castello (probabilmente l'al-Minshar di cui parlano gli storici arabo-normanni). Anche se l'originaria struttura urbanistica (forse a pianta regolare con 4 o 5 torri, le cui basi sono in parte riconoscibili) e' stata modificata nel tempo e si presenta fortemente deteriorata dall'incuria del tempo e dall'opera dell'uomo, le tracce dei camminamenti, alcuni gradini. gli anelli per legare i cavalli scolpiti sulla pietra, le grotte adibite a palmenti, a stalla, a cucina hanno ancora il fascino suggestivo dei ricordi di un passato che, per non essere chiaramente definito da testimonianze e documenti dettagliati e sicuri, lascia ampio spazio alla fantasia e perfino al sogno. Con la caduta degli Arabi e l'avvento dei Normanni il castello e l'insediamento umano che a questo faceva riferimento, subi' un processo di progressiva emarginazione. Con il fenomeno del ripopolamento delle campagne, avviato in Sicilia dalla monarchia spagnola, viene fondato nel 1584 l'attuale centro abitato, che si estende, seguendo uno schema "a griglia", attorno al castello baronale e alla fontana, che sara' detta dei "canali". Nei secoli successivi il piccolo centro rurale crebbe lentamente fino a raggiungere 900 abitanti all'inizio del '700 e oltre il doppio un secolo dopo.
Nel primo censimento del Regno d'Italia nel 1861 a Castrofilippo vennero registrati 2558 abitanti. All'inizio del XX secolo Castrofilippo contava oltre 4.000 abitanti, che diventano oltre 5.000 vent'anni dopo.
Da allora ebbe inizio un progressivo decremento demografico che portò la popolazione a 3.600 abitanti attuali.
Gia' all'inizio del secolo, infatti, le difficoltà economiche derivanti dal forte squilibrio tra le risorse e l'incremento della popolazione innescarono un forte processo migratorio che si intensifico' progressivamente negli anni successivi, attenuato negli anni '70 - 80 in concomitanza con il boom dell'Uva Italia ed è ripreso nell'ultimo decennio in presenza della crisi di questo comparto. I fratelli Ruggero e Roberto d’Altavilla, allora presenti in Calabria, nel 1086, con un potente esercito, scacciarono i saraceni dall’isola. Così i normanni occuparono la Sicilia prendendo il posto degli arabi. Eliminato il potere arabo nell’isola e ricacciato il grosso della sua rappresentanza, in Sicilia permaneva una popolazione mista, formata dalla discendenza delle varie genti che vi erano insediate nei secoli: Sicani, Siculi, Greci, Romani, Barbari, Arabi, e adesso, Normanni. Gli arabi avevano dominato per secoli ed avevano introdotto quindi, oltre ad una loro discendenza, anche i loro usi e costumi, una parte dei quali ancora persiste. Avevano anche lasciato una loro testimonianza culturale, che ancora si palesa in palazzi e in opere che arricchiscono il patrimonio artistico dei musei. Diversi secoli dopo, del castello di al-Minshar non se ne parla più, ritroviamo, invece, il casale di Libigini.
Contenuto aggiornato il 27/09/2022